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Lettura critica del brigantaggio da parte di Giustiniano Nicolucci
Di Admin (del 31/07/2011 @ 16:39:46, in articoli, linkato 7425 volte)
Io le scrivo da Isola di Sora importante comune del Napolitano posto all’estrema frontiera del Regno che tocca i confini meridionali dello Stato Pontificio e distante non più di un chilometro e mezzo da Castelluccio che nel giorno cinque del mese volgente fu saccheggiato e in parte incendiato da quei briganti che scorazzavano liberamente su pei monti che separano il nostro territorio da quello del Papa. Fino a qualche mese addietro la riunione di pochi briganti assoldati dal Borbone e raccolti sotto la bandiera di Chiavone non dava grandi apprensioni alle nostre popolazioni, per lo che il valore dei nostri soldati ci assicurava contro qualsiasi tentativo dal lato di quei banditi, ma la presa e l’incendio di Castelluccio, il saccheggio e l’incendio di San Giovanni Incarico (a), il correre audace di costoro da un punto all’altro delle nostre frontiere, senza che le nostre truppe continuamente in marcia valessero ad impedirlo, ha scoraggiato l’animo di ognuno, e si palpita ad ogni istante che quei medesimi eccessi di Castelluccio e San Giovanni Incarico si ripetano, quando meno si crede in più grandi proporzioni sopra altri paesi più importanti e singolarmente sopra questa mia patria Isola di Sora , sopra Sora e quante altre città o borghi si distendono lungo la frontiera. E questo timore non è già senza reale fondamento. I pochi briganti di Chiavone ora sono divenuti moltissimi ed ogni dì se ne aumenta il numero con le continue spedizioni che muovono da Roma, la Coblenza dell’età nostra. Se ne contano presso a quattrocento in sui monti di Fondi poco lungi da Terracina, altrettanti verso Carsoli nella frontiera dell’Abruzzo Ulteriore e circa 300 sui monti tra Veroli e Sora. Nuovi rinforzi giungono di giorno in giorno, e quando fra non molto saranno tutti raccolti ed ordinati cominceranno le loro operazioni lungo tutta la linea dei confini............ Per dimostrare poi l’importanza che ella deve attaccare al brigantaggio di queste contrade basterà solo che le accenni che nella notte del 22 al 23 del mese corrente furono catturati (ed abbia questa notizia come ufficiale) dalla guarnigione francese stanziata in Veroli 150 briganti sul territorio fra Veroli ed Alatri ove attendevano altri rinforzi da Roma per indi muovere ad ingrossare la banda di Chiavone sui nostri confini. Non ancora erano giunte tutte le armi spedite da Roma, ma pure avevano con loro venti fucili con bajonette, due cannoni da campagna con le corrispondenti munizioni, 50.000 cartucce, istrumenti cerusici ed una farmacia militare. Erano fra essi sei Uffiziali. Ora sono in Veroli prigionieri dei Francesi: ma io ho pure fermo che saranno consegnati alle autorità pontificie, e quindi immediatamente liberi perché ritornino immantinente a rafforzare l’esercito della reazione. Mi servo di questa espressione perché è quella che meglio conviene a rendere la mia idea. Queste bande che prima erano scarse e male ordinate e che ora si fanno numerose e disciplinate, che prima non avevano direzione ed erano male armate ed ora hanno Ufficiali esperti, armi perfezionate , cannoni, munizioni a dovizia, ufficiali sanitari, queste bande non sono più i pochi briganti che un tempo seguivano Chiavone o Mattei o Giorgi , o altri capi di siffatta risma, ma sono un’accozzaglia di banditi di tutte le parti del mondo e formano l’avanguardia della reazione europea che cerca scagliare i primi colpi in un terreno mobile per suscitare una guerra civile prima in Italia e poi in altre parti di Europa, dalla quale lotta i principi di legittimità potrebbero uscire trionfanti, e le cadute dinastie e l’agonizzante papato risorgerà un’altra volta e dominare come per lo passato.... Vedrebbero rinnovarsi a loro danno i saccheggi, gli incendi e le uccisioni di Castelluccio, d’Isoletta, di San Giovanni Incarico. Tocca al Governo scongiurare tanti pericoli, ad esso incombe procedere energicamente alla nostra sicurezza. Mandi dunque più armati in questo confine, faccia disporli, non già in paesi interni, ma in quei che sono propriamente nell’estrema frontiera; vi associ dell’artiglieria, non si dimentichi organizzarvi un servizio di cavalleria per corrispondenza e pattuglie. E tutto sia presto, perché le nostre condizioni sono gravissime, e sono in forze le nostre vite e le nostre sostanze..... Isola di Sora, 24 novembre 1861.