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Una pagina politica di storia sorrentina poco edificante
Di Admin (del 21/11/2008 @ 18:26:50, in articoli, linkato 945 volte)
Antonio Sersale, all'indomani della sua nomina a sindaco della Piazza Dominovi, avvenuta, in seguito a rinuncia di Giuseppe Mastrogiudice, l'8 novembre 1786, non ha proprio intenzione di recitare un ruolo subalterno rispetto ai colleghi di Piazza di Porta e di Piazza del Popolo, Carlo Guardati e Carmine Majr, eletti nello scorso 1° settembre. Infatti, egli subito si adopera ad ordire una trama sottile per estromettere Gennaro Sarnelli dalla carica di avvocato "ordinario" dell'Università di Sorrento, allorché il titolare Nicola Boccapianola, che ha esercitato la carica fin dal 1777, ha presentato le sue dimissioni. Il piano obbedisce alla trama della vendetta, in quanto Gennaro Sarnelli, negli ultimi tempi, è anche avvocato del Monte di Fiore, contro il quale il nuovo sindaco ha un contenzioso tuttora aperto. La motivazione occulta, entrata nel corpo della denuncia, perviene nelle mani dei giudici della Sommaria Angelo Cavalcanti, Laurentino Paternò e Nicola Granato, la cui sentenza, emessa l'11 dicembre 1786, ribadisce il principio secondo il quale la nomina dell'avvocato è di di competenza esclusiva del parlamento locale. Incurante di tutto ciò, Antonio Sersale, di propria iniziativa, convoca, il 17 dicembre 1786, il Consiglio e, grazie all'appoggio di consiglieri amici e parenti, chiamati ad esprimersi su una materia non di loro competenza, porta a compimento il suo disegno, favorendo la elezione ad avvocato "ordinario" dell'Università di Tommaso Frammarino. Naturale risulta il ricorso di quanti non condividono l'avvenuta designazione di marca clientelare, anche perché il legale defenestrato ha sempre difeso gli interessi della collettività con competenza e correttezza fin dal 1778, allorché oggetto della sua denuncia è stata la Deputazione della Salute. La Regia Camera, il 31 marzo 1787, accoglie la giusta istanza sociale: ribadisce il ruolo dell'avvocato Gennaro Sarnelli, cui spetta lo stipendio annuo di quaranta ducati, e ordina al governatore sorrentino di riprendere Antonio Sersale, condannato a pagare duecento ducati di multa. Nemmeno questa decisione sembra arrestare l'ira bollente del sindaco il quale, pur insistendo lungo la strada della opposizione, deve accettare la sconfitta definitiva il 9 luglio 1787, allorché la Regia Camera della Sommaria sconfessa ancora una volta il suo operato di bassa lega.