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montevergine
Di Admin (del 12/03/2006 @ 22:29:54, in articoli, linkato 1065 volte)
Nell'anno 1906, il pellegrinaggio a Montevergine acquista una importanza eccezionale sia per il popolino che per gli abituali fedeli di Napoli, in quanto entrambi vogliono ringraziare la Madonna Schiavona per essere sopravvissuti alla terribile eruzione del Vesuvio. Di conseguenza l'afflusso delle carrozze risulta enorme, dalla sfarzosa vittoria (carrozza familiare con i cavalli impennacchiati) al modesto sciaraballo (carro con sedili di legno), dal due ruote con il camminatore (cavallo da trotto) al piccolo biroccio con l'asinello. Anche qui il denaro fa la differenza sostanziale e recitano un ruolo di primo piano i negozianti della piccola borghesia che, godendo di una cospicua agiatezza economica, possono permettersi di spendere somme enormi in cavalli e in vestiti, soprattutto, femminili, cui si accompagnano gli immancabili e preziosi gioielli. Il cerimoniale inizia all'alba di venerdì, 1° giugno, allorché gli stallieri di grido, tra i quali ricordiamo Stingo, Forgiane, Carpentieri e Pascalotto, danno gli ultimi tocchi ornamentali alle carrozze. E' noto che il primo di costoro abbia un allevamento di pappagalli, alle cui code policrome ogni anno strappa le piume per ornare i finimenti dei cavalli. A porta Capuana si accalca la solita folla di popolani, di operai e di patiti (tifosi) i quali, mettendo in campo notevoli doti di osservazione e di competenza, aspettano con ansia il passaggio degli equipaggi, per emettere giudizi di merito o di demerito non solo sulla bardatura degli animali, ma anche sull'abilità dei cocchieri, entrati nell'immaginario collettivo con i loro specifici nomignoli e pronti a cimentarsi nella consueta arretenata (corsa veloce) sulla via di Poggioreale. Il tutto si svolge nel fracasso assoluto, acuito dallo schioccare delle fruste, dall'applauso degli spettatori e dalla esplosione di assordanti bombe carta all'altezza del ponte di Casanova. In siffatto clima festante procedono le variopinte carrozze, ognuna delle quali presenta proprie caratteristiche inconfondibili. La tirannica legge dello spazio ci impone di delimitare al massimo la nostra ottica e di soffermarci, soltanto a titolo esemplificativo, su qualcuna di esse. Così Ferdinando 'o russo guida, con finimenti di cuoio inglese di colore arancio, due focosi bai, sulle cui teste sovrastano ventagli di piume rosse di pappagallo come sui fanali della vittoria. All'interno della carrozza vi sono i fratelli Cacace, noti negozianti del Porto i quali, a detta del popolino, faranno cantare una canzone scritta da un poeta popolare in loro onore. Peppe 'o Fruscio, invece, guida con finimenti di cuoio inglese di colore paglino, due sauri bardati con penne di pappagallo e borchie d'argento. La vittoria trsporta i coniugi Macchiolella, Giuseppe e sua moglie, che vengono ogni anno da Tunisi per compiere il pellegrinaggio. In successione sfilano 'o figlio d'ò Russo, Vicinezo piedecurto, Gennarino 'e Pusilleco, Torre zeppulella, Aniello 'o sindeco, Raffale Pachialone, 'o bizzuoco, 'o figlio d'ò marchese e moltissimi altri, circa trecento, in direzione della provvisoria meta di sosta, che può essere Nola, o Mercogliano, o Mugnano del cardinale o Santa Filomena o Avellino, ove i cavalli godono il meritato riposo. La marcia per tutti riprende domenica, 3 giugno, allorché le carrozze procedono alla volta di Montevergine tra un coro gioioso di preghiere e di canzoni, di cui rimane estasiata la duchessa di Aosta, che ha voluto arrampicarsi per l'erta montana sulla groppa di un asinello. In serata, dalle diciannove alle venti, quaranta carrozze sfilano a Nola attraverso il seguente percorso cittadino: piazza principe Umberto, via Duomo, piazza d'Armi, via principessa Margherita, San Felice e San Paolino. Al termine della esibizione la commissione per l'assegnazione dei premi, riunita nella sala municipale, emette il seguente verdetto: cinque bandiere di raso, ciascuna di colore diverso, sono assegnate alle vittorie di Carpentieri, di Ferdinando Borrelli, 'o nevaiuolo di Portici, di Francesco Caianiello, di Pasquale Improta e di Pasquale Mirabelli; le cinque menzioni onorevoli alle vittorie di Vincenzo Calabrese, di Giuseppe Pastena, al biroccino di Giovanni Alianiello, al biroccio di Andrea Attanasio detto 'Ndreuccio, alla vittoria di Vincenzo Stinco. Dopo che evaporano le sfrenate effusioni di gioia e il sussurro, velato o malcelato, di qualche mugugno circa le decisioni della giuria, su tutti cala il sonno ristoratore. Nel pomeriggio di lunedì, 4 giugno, le carrozze giungono a Napoli, ove i cavalli eseguono l'ultima galoppata al Ponte della Maddalena e le signore felici sfoggiano il terzo vestito.