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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 12/07/2018 @ 12:24:16, in ARTICOLI , linkato 239 volte)
Nuie Pulicinella Cetrulo, rappresentante de lo popolo vascio napoletano, facimmo acconoscere a lo Direttore de la Fraveca de li Tabbacche, ca li sicarre so arrevate a ll'urdemo stato de porcaria e non se ponno fumà cchiù, comme pure lo tabbacco che s'accatta no poverommo pe se fumà na pepparella è tutto chino se struppune e de fronne de scarola, cappucce e ttorze. E ccomme, s'ànno da sentere sempe le llagnanze de li poverielle, senza ca chille che stanno a lo commanno de n'Amministrazione pensassero a lo bene de lo simile lloro?! Pensate ca no rano che spenne nu poverommo nc'esce lo sango da dinto, pecché è frutto de la fatica de na jornata e quanno chisto vede che li denare li ghietta mmiezi a la via non po' certamente dicere bene de chille che stanno a lo comanno de n'amministrazione. Penzate che vuie site pavate da lo popolo, che li denare che ve pigliate ogne fine mese li spennere a ffeste, festine, tavolelle e carrozze, è denaro che esce da cuollo a lo popolo; e vvuje site li serviture suoje e comm'a ttale avite da fare l'interesse suoje, si no tanta chiacchiare ve decimmo e tanto ve ne cantammo, ca ve ne facimmo retirà co na vranca de mosche mmano e co na fanfarra de vernacchie e ssische. Onne, conchiudimmo; date subeto ll'ordene ca se facessero li sicarie comme s'ànno da fa, facite ca li mpiegate mmece de jre cammenanno e redenno pe la fraveca stessero attiente a lle femmene che ffaticano, pecché, ve lo tornanmmo a dicere, lo popolo napolitano non sta a lo stato de spennere li denare suoje e ghiettarle. Nce simmo ntise? Sperammo ca non nce facite torna n'autra vota a ccoppa, ca sarà peggio pe bbuje!!! PULICINELLA E LO DIAVOLO ZUOPPO, 29 LUGLIO 1861.
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Di Admin (del 29/06/2018 @ 12:12:40, in articoli, linkato 268 volte)
Michele Morgigni nacque a Gravina in aprile 1783 dall'avvocato Vincenzo e da Rachele Roselli. Fu educato nel seminario locale sotto la direzione dell'arciprete Giuseppe Maria Giovane. Di qui si spostò a Napoli, ove attese con dedizione agli studi universitari di diritto, al termine dei quali nelle vesti di avvocato civile e criminale acquistò in breve tempo una notevole fama nel foro partenopeo. La contemporanea specializzazione nelle scienze amministrative gli consentì di esercitare provvisoriamente le funzioni di amministratore dei reali siti di Persano, ove diede prove mirabili di ingegno e di probità. Per questo motivo gli si spalancarono, in giovanissima età, nel 1808, le porte della magistratura e ricoprì la carica di giudice del tribunale civile della provincia di Capitanata. .
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Di Admin (del 30/05/2018 @ 22:29:57, in articoli , linkato 326 volte)
Nel 1796 il sindaco di Afragola è Pasquale Adamo, gli Eletti (corrispondenti agli attuali assessori) sono Vincenzo Castaldo, Luigi Castaldo e Pietro Cerbone, i deputati (corrispondenti agli attuali consiglieri comunali) sono Antonio Corcione, Vincenzo Amato, Gioacchino Giglio, Marco Castaldo alias Peloja, Pasquale Gargiulo, Giuseppe Puzio, Vincenzo Bianco, Domizio Castaldo, Romualdo Laezza, Domenico Castaldo Tuccillo, Vincenzo Iazzetta, Mattia Cerbone, Nicola Casillo e Lorenzo Salzano. Nel 1797 il sindaco è Domenico Guerra, gli Eletti sono Filippo Pelella e Antonio Iazzetta, i deputati sono Giuseppe Castaldo, Domenico Castaldo, Vincenzo Amato, Giuseppe Pupio, Marco Castaldo, Antonio Corcione, Gioacchino Giglio, Nicola Casillo, Mattia Cerbone, Lorenzo Salzano, Michele Errichiello, Romualdo Laezza e Vincenzo Iazzetta.
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Di Admin (del 02/05/2018 @ 23:49:45, in articoli , linkato 307 volte)
La terra di Civitanova, sita nella provincia del contado di Molise, sottopone all'attenzione del Sacro Consiglio il grave compito di sciogliere la questione circa la vera natura della Montagna, se fosse feudale o demaniale. Naturalmente i cittadini propendono per la seconda ipotesi, mentre Aurelia d'Eboli, padrona della terra per eredità del suo avo, Giovanni Vincenzo d'Eboli, sostiene la prima tesi. Poiché il diverbio va per le lunghe, nel 1569 prende piede il tentativo di una conciliazione tra le parti attraverso la sottoscrizione di una "capitolazione" caldeggiata dallo stesso vescovo di Trivento. In base a questo accordo la feudataria riceve dalla cittadinanza ogni anno cento tomoli di grano per compensare i "terraggi montani" a lei dovuti; dieci ducati per il fitto dell'erba; quindici canne di legna e trenta "tragliate" di paglia o in cambio venti ducati da consegnare alla corte baronale. In cambio di questi versamenti annuali la cittadinanza partecipa alla gestione comune non solo della Montagna, ma anche del luogo di Santo Stefano con il Monte della Russa e delle Macchie: queste ultime, addirittura, vengono trasformate in "Difese". Negli anni successivi entrambe le parti rispettano in pieno le regole. Così nel 1602, in occasione della morte di Aurelia d'Eboli, viene presentato il relevio (tassa di successione) , nel quale rientrano anche le quote annuali versate dalla cittadinanza. Ma la suddetta questione si riapre con Giovanni d'Alessandro che compra il suddetto feudo nel 1646.
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Di Admin (del 31/03/2018 @ 07:42:40, in Articoli , linkato 281 volte)
Quale è stata la causa di queste sommosse? Fu sparso sangue , si violarono diritti, fu leso lo Statuto, e quest'anarchia dura, non è finita; quale ne è la ragione prima? Nel domandarvela non faccio che ripetere la voce della vostra stessa coscienza. Quale è la causa di tale disastro? La causa è una sola: la legge del macinato che avete pubblicato. Intendetemi, io qui sono in un'aula legislativa coi diritti del deputato e del deputato politico. Se, dopo aver parlato contro una legge, vedendone i mali effetti, dovessi lodarla ed ossequiarla, io negherei me stesso, e perderei l'inviolato diritto che rimane a tutte le minoranze che le riscatta nell'interesse generale delle loro momentanee sconfitte. Perciò in questa aula dove non sono né giudice né soldato né magistrato, io accuso la vostra legge. Che fate voi, ogniqualvolta prendete una responsabilità e vi credete felici sulla via da voi scelta? Voi ve ne vantate e citate, per esempio, il rialzo della rendita, o l'esito felice di certe vostre trattative per mostrare che la vostra politica trionfa. Quando non riuscite, permettetemi di dirvi che voi cadete, che voi compromettete lo Stato, che voi manomettete la sicurezza pubblica. Noi abbiamo parlato di continuo contro la legge del macinato cui ricorrevano gli onorevoli miei colleghi della destra, ai quali dirigo più specialmente il mio discorso. Voi non eravate lieti di vedervi addotti al duro passo di votare questa tassa e vi dicevamo allora: non votatela, scegliete qualsiasi altro mezzo, questa vi dicevamo tutti, è una legge di disperazione. Or bene, ecco la disperazione.
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Di Admin (del 03/03/2018 @ 09:25:52, in Articoli , linkato 309 volte)
La fondazione della Casa Santa dell'Annunziata si deve all'opera di due fratelli Scondito i quali, per concretizzare il voto fatto nelle prigioni della Toscana, istituirono a Napoli, intorno al 1304, un ospedale per i poveri, una chiesa ed una congrega che l'amministrasse, in un luogo chiamato "mal passo". Alcuni anni dopo la regina Sancia, moglie del re Roberto, comprò tutta la suddetta struttura e la dedicò alla Maddalena. Quindi vi trasferì un asilo per "le donne di mala vita". Inoltre in un luogo vicino più spazioso edificò una chiesa e un ospedale nuovi, ove ora si trovano l'ospedale e la chiesa dell'Annunziata. Ampliato l'edificio dalla regina Giovanna nel 1433, fu dotato di molti beni da Margherita di Durazzo, madre del re Ladisao, e da alcune famiglie nobili di piazza Capuana. Si aggiunsero doni e legati, elargiti da cittadini e stranieri, nonché immunità ed indulgenze concesse dai pontefici. Così l'istituto fu in grado di ampliare le sue opere di beneficenza a favore della collettività, tanto da diventare la più bella testimonianza della carità napoletana di quel tempo.
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Di Admin (del 09/02/2018 @ 08:25:54, in Articoli , linkato 273 volte)
Subirò per questo articolo un altro giudizio forse – non monta. Lo dissi una volta e oggi lo ripeto. Quando pure mi pesasse sul collo la mano del boia, basta che non la stringa tanto da togliermi la voce, io direi quello che a me parrebbe di dover dire. Coi processi non fate niente, o signori del governo; - perché io taccia bisogna che voi facciate la giustizia e bisogna che non attentiate alla libertà della patria e bisogna che facciate il suo bene e che al servilismo che usate coi potenti e alla ferocia che mostrate coi deboli sostituiate per tutti la bontà; e bisogna che all’interesse che avete di conservarvi i posti, sostituiate l’amore pel paese, al governo del quale, per disgrazia nostra siete oggi preposti. E basti il preambolo Due soli individui io conosco che per avventura meritino di essere imbeccati prima del Cardinale Riario Sforza, Arcivescovo di Napoli. Essi sono il primo colui che ebbe il codardo pensiero di richiamarlo nella sua diocesi, l’altro quei che potendolo allontanare ha la codarda tolleranza di mantenervelo …….. Ma che razza di Governo è dunque il vostro? Si direbbe che scopo della esistenza sia il mangiarvi i soldi e mezzo per coonestarlo l’inferocire contro la Pietra Infernale. Ma, santo Dio. Uomini del Governo, se amate tanto la moderazione, come farete se un giorno questo popolo che pure nasce da quello di Masaniello e che finora non so per farvi piacere o per insegnarvi in qual modo s’ha da amare la patria, ha spinto la moderazione fino alla pecoraggine, come farete, dico, se questo popolo getta lungi da sé il mantello della pazienza e irrompe fino nel covo dove si nasconde la serpe che voi volete nutrire del suo sangue e la getti a capo giù dalla finestra? …….. Giuseppe Gervasi.
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Di Admin (del 01/02/2018 @ 01:47:46, in Articoli , linkato 330 volte)
Milleottocento sessantun'anno addietro era governatore di Gerusalemme S. E. Ponzio Pilato. Dovendo costui, per antica consuetudine, liberare ad ogni festa un prigioniero al popolo: - Quale volete che io vi liberi, chies'egli alla moltitudine, Barabba o Cristo? - Barabba risposero tutti; sia crocifisso il Cristo. Milleottocento sessantun'anno più tardi, nel mattino di giovedì, fra 418 che erano gli elettori di Montecalvario soltanto duecentododici, disperdendosi, si sono pronunciati per Barabba, cioè per Blasio, e 205 per Cristo, cioè per Nicotera. Meno male! conchiudo io, l'Umanità migliora. Allora le moltitudini erano tutte per i birbanti - oggi sono divise; di qui a qualche anno esse saranno tutte per i galantuomini. Del resto, miei strenuissimi signori 212, solo una cosa, per scrupolo di coscienza, io vò ricordarvi. Degli uomini come Blasio se ne trovano quattro per ogni cantonata, e, disgraziatamente, qualche volta otto; di quegli come Nicotera s'ha da camminare miglia moltissime per trovarne uno solo ... e spesso si va a casa con le mani vuote. Ed ora, ispiratevi in Santa Maria Maddalena e buona digestione. Giuseppe Gervasi.
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Di Admin (del 08/01/2018 @ 17:01:53, in Articoli , linkato 315 volte)
Io sto facendo un'opera utilissima per tutti i facchini, tutte le trecche del mercato, tutti i lions che s'abbaruffano, tutte le serve e le padrone, gli osti e gli avventori, e questo è il Vocabolario delle ingiurie. Non vi è mai occorso di sentire due che si scagliano a gara ingiurie sanguinose; ma dopo due o tre scambi di proiettili, muor la lingua in bocca perché non sanno andar più in là? Ecco un inconveniente a cui bisogna riparare e a cui riparerà l'opera mia. La dividerò in capitoli: ingiurie plateali (come direbbe un professore)innobili, ingiurie sesquipedali, ingiurie senza guanti, ingiurie in guanti bianchi, ingiurie letterarie, ingiurie ecclesiastiche ec. ec. Il più curioso sta nel luogo dove vado a pescare tutto questo tesoro di lingua. Sapete dove? Nella parola di Dio! Scusate la bestemmia; ma non è la mia. Leggendo le encicliche e le allocuzioni papaline e le pastorali vescovili, ho strabiliato al vedere di quanta eloquenza contumeliosa siano ricche. Al mio Vocabolario metterò per motto: Il papa è il mio maestro. Per darvi un saggio del mio libro, vi darò lo spoglio che ho potuto fare dell'ultima allocuzione. La liberazione delle Marche e dell'Umbria è intitolata in tutte queste differenti maniere: eccesso nuovo e inaudito, sacrilega audacia, empia usurpazione, improbo intrigo, empia e criminosa aggressione, barbara irruzione, ingiusta e crudele invasione, iniqua imprudenza ed ipocrisia, nefando ardimento, scellerata e non mai esecrata aggressione, detestabile avvenimento, immane violazione, latrocinio .... C'è da scegliere. Un governo liberale e nazionale si può ingiuriare con tutti questi titoli: imprudente, menzognero, calunniatore, perverso, ipocrita, indegno, turpe, ladro, comunista, e istitutore di case di meretrici. Una guerra di indipendenza, come quella del 1959, è, secondo l'Evangelo di Pio - Pio, una guerra funesta; i generali che vincono selvaggi (il papa, dopo avere una volta confutato Azeglio, ora lo copia); le armi liberatrici parricide; e un Re Galantuomo figlio degenere. Finalmente ..... Sapete bene che quando uno ha riversato tutto un sacco di ingiurie e non sa proprio più dove andarne a pescare, libera il suo avversario con un vatti a far .... qualche cosa. Il papa finisce proprio cos. La rubrica vatti a far .... presenta molte varianti. ........... I Tuoni 22 ottobre 1860.
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Di Admin (del 08/01/2018 @ 15:52:30, in Articoli , linkato 344 volte)
La prima bandiera italiana purosangue con la bianca croce sventolò nel caffè d'Europa a Napoli. I primi bollettini dei Comitati bianchi e azzurri si diffondevano nel caffè d'Europa. Le prime notizie vere e le prime notizie false e pallonesche girano nel caffè d'Europa. I primi dispacci elettrici delle vittorie della guerra d'Italia piombarono in questo caffè. Nel Caffè sullodato vi sono state per l'innanzi le più invisibili spie e le primarie celebrità di fuori Napoli e contorni. Il gran torto che nel primato morale e civile di Gioberti trovano gliantigiobertiani napoletani fu appunto che l'abate non aveva tenuto conto nella sua opera del Primato caldo e freddo di Donzelli. Infatti il caffè che si paga caro in Napoli è quello è quello del caffè d'Europa. I migliori gelati che si sorbiscono da noi sono i suoi. Donzelli fu il primo a stringere parentela gelata con Napoleone III. Egli creò il Plombière alla Donzelli. Ora ha inventato un gelato omeopatico detto Biscotto alla Piemontese. E' una bandiera italiana in cui: Il verde è pistacchio da lungi venuto, il rosso ananassa dal succo premuto, il bianco è dei frutti l'amabil sapor. E in mezzo a tutto questo la croce obbligata che, mangiandola, si fa benedire cento altre volte di più. Infine, dopo che la città fu invasa dai rossi garibaldini, il caffè d'Europa fu la prima piazzaforte, confortatrice di palati e ventri ad essere invasa da loro. Ora gli antichi immancabili abituarti, i nuovi liberali non della vigilia, né dell'oggi, ma del domani, hanno ceduto gentilmente il posto ai Garibaldini. Ora un borghese nel sullodato caffè è come una mosca bianca, mentre sarebbe una bella mescolanza .......... I Tuoni, 15 settembre 1860.
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