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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Popolazione: 5000 abitanti.
Amministrazione comunale. Sindaco Iervolino Salvatore. Assessori Calvino Francesco, Perillo Francesco, Iervolino Emilio, Vastola Francesco, Iossa Gennaro, Falanga Francesco.
Banda municipale: direttore Cappitti Enrico.
Cappelle: Cappella di Sant'Antonio (di proprietà del principe di Fondi) Canale Francesco cappellano; Cappella della Santissima Assunta (di proprietà del principe di Fondi).
Chiese: Chiesa parrocchiale sotto il titolo delle Anime del Purgatorio : Iervolino rev. Arcangelo parroco.
Clero: Parroco Iervolino Arcangelo, Iervolino rev. Luigi, Iervolino rev. Pasquale, Miranda rev. Scipione, Vastola rev. Camillo , Annunziata rev. Alfonso. Francesco
Commercianti ed industriali
Cereali (negozianti): Falanga Salvatore, Perillo Salvatore fu Pasquale, Falanga Francesco di Antonio, Falanga Francesco di Carmine, Falanga Francesco di Salvatore.
Colori e generi diversi: Perillo Francesco fu Gennaro. Cotoni (negoziante) Falanga Francesco di Antonio.
Ischia, la maggiore delle isole flegree, posta sul versante settentrionale dell'Epomeo, ha una popolazione di 7.012 abitanti. Il suolo produce ottimi vini e squisita frutta. A capo dell'amministrazione comunale c'è il sindaco Cristofaro Mazzella. Rivestono il ruolo di assessori Salvatore D'Arco, Marco Mazzella, Gennaro Barone, Ferdinando Gherardelli, Francesco Albano, Antonino Onorato. I consiglieri sono Michelangelo D'Arco, Francesco D'Ambra, Enrico Tirabella, Tommaso Iacono, Gaetano De Laurentiis, Matteo Sarno, Crescenzo Conte, Francesco Colonna, Enrico Califano, Alfonso Perrazzo, Gioacchino Cortese, Onofrio Ruopoli. Presiede la Congrega di Carità Alfredo Buonocore, ne sono componenti Scipione Mazzella, Antonio Sasso, G. G. Gagliardi, Francesco Colonna, Gaetano Monti, Michele Colonna, Salvatore D'Arco. Sovrintende la commissione mandamentale di Ricchezza Mobile Cristofaro Mazzella; ne occupano il ruolo di membri effettivi Francesco Albano, Gennaro Barone, Gaetano Di Massa, Vincenzo Di Meglio, mentre quello di membri supplenti Gaetano De Laurentiis e Vincenzo Scotti. L'organico comunale presenta Bartolomeo Scotti come segretario, e come impiegati Severo Scotti, Crescenzo De Laurentiis, Gaetano Romolo, G. Giuseppe Cortese, Silvestro Di Meglio.
L'isola di Procida, che comprende due Comuni, ha una popolazione di 10.000 abitanti. Amministrazione comunale. Sindaco Mazzella avv. Vincenzo. Assessori titolari: Scotti avv. Giuseppe, Lubrano Giovanni, Di Costanzo Giacinto, Guida Michele. Assessori supplenti: Mazzella di Stelletto Antonio, Schiano di Zenise Salvatore. Consiglieri comunali: Mazzella Vincenzo, Manzo Luigi, Schiano di Zenise Salvatore, Mazzella di Stelletto Antonio, Calcaterra Luigi, Scuotto di Tella Giovanni, Parascandolo Pasquale, Scotto Lachianca Domenico, Cosragliola Giovanni, Lubrano Giovanni, Figolo Michele, Di Costanzo Giacinto, Lubrano di Vicaria Nicola, mancino Michele, Schiano Lomoriello Pasquale, Scotto d'Apollonio Vincenzo, Scotti cav. Giuseppe, Lubrano Andrea. Congrega di Carità: presidente Figolo Michele; tesoriere Scotto di Perta Vincenzo fu Cristofaro; componenti Scotto Galletta Vincenzo, Massa Pasquale, Lubrano di Vicaria Nicola, Lubrano de Vella Vincenzo, Parascandalo Pasquale, Mazzella di Stelletto Domenico, Scotto di Fuca Michele, Porta Domenico.
Il Comitato d'azione spinse innanzi l'iniziatica rivoluzionaria, creò in tutte le province i comitati filiali che da un capo all'altro dell'antico reame paralizzò la reazione, mantenne con mirabile fermezza l'ordine, agevolò con ogni mezzo l'opera di Garibaldi ed agì con tanta efficacia sulle moltitudini che in quei momenti di vero entusiasmo non esitarono a comprendere ed a proclamare l'unità e l'indipendenza d'Italia. Di questo comitato cos' solerte, cos' benemerito della Patria erano principali direttori Luigi Zuppetta, Nicola Mignogna, Filippo Agresti, Aurelio Saffi, Giuseppe Libertini,................. Ebbene tutti costoro che all'arrivo di Garibaldi potevano o dovevano mettersi a capo del rinnovamento delle nostre travagliate province con somma buona fede o massima ingenuità da fanciulli abbracciarono i volponi del comitato dell'ordine ........
Zupelli cav. Vittorio, colonnello comandante della piazza di Derna al principio della nostra occupazione in Libia, seppe provvedere con giusto criterio alla sistemazione delle prime difese, dare inizio ad importanti lavori, organizzare un primo impianto di servizi civili. Con successi riportati in parecchi scontri col nemico oltre la linea di difesa, conseguì l'ultimo risultato di garantire il presidio e la città da attacchi nemici e di affermare il prestigio delle nostre armi e della nostra forza presso la popolazione indigena. Derna, ottobre - novembre 1911.
1) Giuliano Carmine, Via Santa Maria a Cancello, n. 3; 2) Apicella Fortunata Vico Scassacocchi, n. 29; 3) Balsamo Carmine, Via S. Onofrio alla Vicaria, n. 33; 4) Candia Carmela, Vico 5° Duschesca, n. 40; 5) Cacace Onofrio, Largo Cavalcatoio, n. 29; 6) Campo Pasquale, Via San Nicola dei Caserti, n. 44; 7) Cetrandolo Carmela, Largo Cavalcatoio, n. 6; 8) Esposito Rosa, Vico 1° Duchesca, n. 40; 9) Froncillo Giuseppe, Vico Quaranta, n. 21;
31 marzo 1861. Giuseppe Gervasi ................ Sentite, Conte strenuissimo, voi ci avete considerati e forse ci considerate tuttavia i più solenni minchioni di questo mondo. Fino a un certo punto, voi non avete torto. Voi ci avete canzonati e noi zitti. Voi ci avete ingannati e noi zitti. Voi ci avete traditi e noi zitti. Voi ci avete spogliati e noi zitti. Voi ci avete arrestati e noi zitti. Voi finalmente ci avete scannati e noi zitti.......... Per bestia che sia un uomo, per scellerato che sia non può spingere la scelleratezza e la bestialità fino a commettere le sciocchezze e le scelleraggini che avete commesso voi. Voi dunque avete agito in considerazione di un calcolo. E' chiarissimo. Voi in Napoli non avete più un amico, voi siete esecrato ...... ............ Io credi di adempiere al mio obbligo di cittadino e di giornalista pubblicando qui appresso alcune lettere dalle quali gli italiani tutti vedranno che quando si era in tempo non si è mancato di scongiurare ciò che poi è avvenuto e che indubitamente dovea avvenire.
Giuseppe Gervasi, direttore de La Pietra Infernale.
La prima bandiera italiana purosangue con la bianca croce sventolò nel caffè d'Europa a Napoli. I primi bollettini dei Comitati bianchi e azzurri si diffondevano nel caffè d'Europa. Le prime notizie vere e le prime notizie false e pallonesche girano nel caffè d'Europa. I primi dispacci elettrici delle vittorie della guerra d'Italia piombarono in questo caffè. Nel Caffè sullodato vi sono state per l'innanzi le più invisibili spie e le primarie celebrità di fuori Napoli e contorni. Il gran torto che nel primato morale e civile di Gioberti trovano gliantigiobertiani napoletani fu appunto che l'abate non aveva tenuto conto nella sua opera del Primato caldo e freddo di Donzelli. Infatti il caffè che si paga caro in Napoli è quello è quello del caffè d'Europa. I migliori gelati che si sorbiscono da noi sono i suoi. Donzelli fu il primo a stringere parentela gelata con Napoleone III. Egli creò il Plombière alla Donzelli. Ora ha inventato un gelato omeopatico detto Biscotto alla Piemontese. E' una bandiera italiana in cui: Il verde è pistacchio da lungi venuto, il rosso ananassa dal succo premuto, il bianco è dei frutti l'amabil sapor. E in mezzo a tutto questo la croce obbligata che, mangiandola, si fa benedire cento altre volte di più. Infine, dopo che la città fu invasa dai rossi garibaldini, il caffè d'Europa fu la prima piazzaforte, confortatrice di palati e ventri ad essere invasa da loro. Ora gli antichi immancabili abituarti, i nuovi liberali non della vigilia, né dell'oggi, ma del domani, hanno ceduto gentilmente il posto ai Garibaldini. Ora un borghese nel sullodato caffè è come una mosca bianca, mentre sarebbe una bella mescolanza .......... I Tuoni, 15 settembre 1860.
Io sto facendo un'opera utilissima per tutti i facchini, tutte le trecche del mercato, tutti i lions che s'abbaruffano, tutte le serve e le padrone, gli osti e gli avventori, e questo è il Vocabolario delle ingiurie. Non vi è mai occorso di sentire due che si scagliano a gara ingiurie sanguinose; ma dopo due o tre scambi di proiettili, muor la lingua in bocca perché non sanno andar più in là? Ecco un inconveniente a cui bisogna riparare e a cui riparerà l'opera mia. La dividerò in capitoli: ingiurie plateali (come direbbe un professore)innobili, ingiurie sesquipedali, ingiurie senza guanti, ingiurie in guanti bianchi, ingiurie letterarie, ingiurie ecclesiastiche ec. ec. Il più curioso sta nel luogo dove vado a pescare tutto questo tesoro di lingua. Sapete dove? Nella parola di Dio! Scusate la bestemmia; ma non è la mia. Leggendo le encicliche e le allocuzioni papaline e le pastorali vescovili, ho strabiliato al vedere di quanta eloquenza contumeliosa siano ricche. Al mio Vocabolario metterò per motto: Il papa è il mio maestro. Per darvi un saggio del mio libro, vi darò lo spoglio che ho potuto fare dell'ultima allocuzione. La liberazione delle Marche e dell'Umbria è intitolata in tutte queste differenti maniere: eccesso nuovo e inaudito, sacrilega audacia, empia usurpazione, improbo intrigo, empia e criminosa aggressione, barbara irruzione, ingiusta e crudele invasione, iniqua imprudenza ed ipocrisia, nefando ardimento, scellerata e non mai esecrata aggressione, detestabile avvenimento, immane violazione, latrocinio .... C'è da scegliere. Un governo liberale e nazionale si può ingiuriare con tutti questi titoli: imprudente, menzognero, calunniatore, perverso, ipocrita, indegno, turpe, ladro, comunista, e istitutore di case di meretrici. Una guerra di indipendenza, come quella del 1959, è, secondo l'Evangelo di Pio - Pio, una guerra funesta; i generali che vincono selvaggi (il papa, dopo avere una volta confutato Azeglio, ora lo copia); le armi liberatrici parricide; e un Re Galantuomo figlio degenere. Finalmente ..... Sapete bene che quando uno ha riversato tutto un sacco di ingiurie e non sa proprio più dove andarne a pescare, libera il suo avversario con un vatti a far .... qualche cosa. Il papa finisce proprio cos. La rubrica vatti a far .... presenta molte varianti. ........... I Tuoni 22 ottobre 1860.
Milleottocento sessantun'anno addietro era governatore di Gerusalemme S. E. Ponzio Pilato. Dovendo costui, per antica consuetudine, liberare ad ogni festa un prigioniero al popolo: - Quale volete che io vi liberi, chies'egli alla moltitudine, Barabba o Cristo? - Barabba risposero tutti; sia crocifisso il Cristo. Milleottocento sessantun'anno più tardi, nel mattino di giovedì, fra 418 che erano gli elettori di Montecalvario soltanto duecentododici, disperdendosi, si sono pronunciati per Barabba, cioè per Blasio, e 205 per Cristo, cioè per Nicotera. Meno male! conchiudo io, l'Umanità migliora. Allora le moltitudini erano tutte per i birbanti - oggi sono divise; di qui a qualche anno esse saranno tutte per i galantuomini. Del resto, miei strenuissimi signori 212, solo una cosa, per scrupolo di coscienza, io vò ricordarvi. Degli uomini come Blasio se ne trovano quattro per ogni cantonata, e, disgraziatamente, qualche volta otto; di quegli come Nicotera s'ha da camminare miglia moltissime per trovarne uno solo ... e spesso si va a casa con le mani vuote. Ed ora, ispiratevi in Santa Maria Maddalena e buona digestione. Giuseppe Gervasi.