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Articoli del 14/12/2008
15 marzo 1594.
Dal principio del suo regno sempre ha avuto reclami da parte di diversi particolari del danno che fanno le acque che sorgono nei regi lagni che sono nei territori di Nola, Marigliano, la Cerra sino a Capua e vanno a finire al fiume e marinara di Patria tanto per lo allagare che fanno per finitissimi terreni che restano incolti come altri ancora che si coltivano e seminano e poi viene la piena dell'acqua o con il spesso piovere o con il sorgere di terra,... con infinito danno dei patroni e con sgorgare di dette acque, così è causato danno e sono morte a infinite persone. Nel mese di maggio 1588 comandò che il marchese di Grottola e quello di Lardello del Consiglio Collaterale, don Pietro Castellet, presidente di questa Camera, e Giovanni Andrea Capano, ordinario deputato e commissario dei regi alcuni ingegneri andassero nei luoghi predetti e provvedessero. Il 9 maggio i suddetti ingegneri e Genovese Bresciani, Benvenuto Tortelli e Pietrantonio de Santis, avendo riconsciuto i luoghi se ne fece una pianta. Essi hanno riconosciuto il lagno che comincia dal Ponte della Bracciolla, contiguo alla masseria dei Gesuiti, nel territorio di Nola, continuando il suo corso fino al Ponte della Povertà .... riceve due lagnuoli, l'uno viene da mano destra, che si chiama il lagno della Canonica e l'altro dalla sinistra che si chiama Termine Bianco i quali ricevono le acque delle terre vicine e da detto ponte continuano il detto lagno tra il territorio di Nola e di Marigliano. (nella busta con 4a e 7a).
La regina Giovanna vende il castello di Torre Ottava (del Greco) a Antonio Carafa al prezzo di 1600 ducati e lo nomina castellano. Nel 1454 il re Alfonso concede a Francesco Carafa l'ufficio di governatore e capitano di Torre Ottava e dei suoi casali, Resina, Portici e Cremano. Tale concessione viene confermata nel 1520 da parte del re Ferdinando il Cattolico a Fabrizio Carrafa, subentrato nel beneficio ad Andrea Carafa, figlio di Francesco. Quindi Fabrizio Carafa vende, nel 1526, i suddetti casali a Francesco de Sangro, duca di Torremaggiore. Attraverso i discendenti di questa famiglia i casali pervengono a Nicola Carafa, ultimo principe di Stigliano. Nel novembre del 1698, il re Carlo II concede l'assenso non solo all'assegnamento dei casali fatto a Maria Getrudi, baronessa di Voss de Guttenberg, contessa di Berlips, ma anche alla successiva vendita fatta a Mario Loffredo, marchese di Monteforte, al prezzo di 106.000 ducati. Nell'occasione i casali chiedono di essere annessi al regio demanio. L'istanza è accolta dalla Regia Camera con decreto del 18 maggio 1699. All'uopo i casali indicano Giovanni Lancella quale concittadino cui deve essere intestato il possesso. Proprio durante l'intestazione i casali si accorgono di non essere stati mai feudali, ma semplicemente allodiali.(4a e 7a)
Fotografie del 14/12/2008
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