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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 22/01/2009
12 agosto 1900. Signori! Io vi vedo qui raccolti, intenti ed ansiosi, nel cuore certamente commossi, voi rappresentanti diretti di quel popolo buono e sagace ch'Egli amava, ad onorare la memoria di Colui che è sempre presente nelle menti vostre, del nostro Re, di Umberto I di Savoia! E lasciate che io vi creda qui convenuti non per vacue e stolide ed anfibie formalità burocratiche, non perché la consuetudine ed il decoro d'ogni comune d'Italia vuole così, ma per uno slancio veemente e subitaneo, immenso e generale che è degno dei vostri cuori; per il desiderio di onorare solennemente colui che moriva martire del suo dovere, colpevole solamente di troppa clemenza e gentilezza ..... Ed egli fu il re de' nuovi tempi, colui che poneva le basi del suo regno non nella forza e nella repressione, ma nella volontà dei suoi sudditi e nella loro devozione. Nepote di principi fieri e belligeri, Egli ammorbidì la sua indole guerriera col gesto paterno di uomo mite e sapiente, e la mano coraggiosa che levò alta nel turbine della guerra la spada degli avi, la mano che ferma a Villafranca mostrò ai suoi soldati la falange nemica da sbaragliare, quella mano egli stese ad ogni infelice, come ad un fratello, non con gli occhi fissi nei suoi occhi, assistendo ai suoi tormenti....... O signori, Egli, dopo tanti secoli, faceva rivivere il condottiero di popoli omerico, l'eroe del mito, che, in diretta comunicazione coi suoi sudditi, ne risente tutte le gioie e tutti i dolori .... E quest'infame, quest'infame che squarciò col piombo crudele il petto di Umberto di Savoia, è di quello stesso generoso popolo di Toscana che mandò la sua più arridente giovinezza, quale sublime olocausto per la salute dell'Italia, nei ripari di Curtatone e di Montanara? No, o Signori, perché il delitto commesso per sola bramosia di sangue, per solo impeto selvaggio, non ha patria ..... O Signori l'infamia del regicida non può cadere sul capo del popolo Italiano; Umberto I di Savoia fu ucciso da un forsennato senza patria e senza Dio! Ma a che indugiare sulle gesta dell'assassino? Che il suo nome non sia né pure pronunciato per non profanare quest'aula. L'oblio cada su lui; e rimanga nel nostro cuore il solo ricordo del buon re e delle sue azioni ... Signori, Il figlio di Umberto I sarà degno del padre, come dell'avo, ed ieri l'ha giurato, seguirà queste orme incancellabili che resero felici il regno di Umberto; Egli è giovine e forte, ascende il trono impavido e sicuro, riponiamo in Lui la nostra fede come Egli l'ha riposta grandissima nel suo popolo. Iddio vorrà proteggerlo per lunghi anni. A Lui oggi il nostro saluto, a Lui l'attestato della nostra devozione e della nostra speranza! Viva il RE!
8 ottobre 1887. A S. E. il Ministro degli Interni. Poiché all'Autorità superiore è debito di lealtà e di reverenza dir tutto e nulla pretermettere, bisogna scovrire gli altarini e porre un pochetto in mostra il dietroscena. Sindaco di Ottaiano è un prete di cognome Bifulco (Giuseppe n. d. r). Membro della Deputazione provinciale di Napoli é l'ingegnere Ernesto Bifulco, fratello di quel Sindaco. Da un po' di tempo a questa parte ferve aspra lotta fra il Capoluogo del Comune e la cosiddetta Frazione San Giuseppe; la quale, popolosissima com'é, con propria Stazione ferroviaria, con proprio Ufficio postale, con proprio Ufficio telegrafico, con una propria Caserma dei reali Carabinieri, con una Banca si agita giustamente per essere eretta in Comune separato a norma dell'art. 15 della legge provinciale e comunale. Ciò dispiace ai sopracciò del Municipio. Cesserebbe la loro importanza; la pasta da manipolare resterebbe di molto assottigliata; il Comune ragguardevole di Ottaiano sarebbe stremato alle proporzioni di un Comunello qualsiasi. Ma, poiché a raggiungere un siffatto scopo occorrerebbe l'adesione del Consiglio provinciale ed in questo siede un Bifulco, così l'onesto intento finora non ha potuto essere conseguito. Ed ecco un lievito grave di malumori fra gli Amministratori comunali, che sono del Capoluogo, ed i cittadini influenti della Frazione di San Giuseppe nel cui novero appunto trovasi l'Ammirati. Costoro combattono le candidature di Ottaiano e lavorano quanto meglio sappiano e possano perché il potere esca una buona volta dalle mani di una certa cricca; la quale, come se fosse un'ostrica, non si lascia sradicare e si è stretta profondamente alla greppia. Inde irae. Ed appunto dall'acutizzarsi delle ire partegiane nacque la persecuzione all'Ammirati, si guardino le date, e si vedrà che procedono con sincrono parallelismo. Si era in pace; ed i sopracciò del Municipio (altro che ostacolare!) si prestarono anzi volenterosi perché l'impianto del mulino avvenisse. Nell'anno decorso si acutizzò lo stato bellicoso; ed ecco sorgere le persecuzioni a danno dell'Ammirati ........ Stavano dunque maturando qualche altro disegno allorché in sul cadere di luglio ultimo ebbero luogo le elezioni amministrative. La battaglia fu aspra davvero. La famiglia Bifulco combatteva pro ara et focis. Per compiuto quinquennio scadevano in una volta il Sindaco sacerdote Bifulco ed il Consigliere ingegnere Bifulco. Giocando di sopraffazioni e di violenze, fecero passare anco una volta la così detta volontà del paese; ed i loro nomi, per quanto tirati proprio col forcipe, uscirono novellamente gloriosi e trionfanti dall'urna fatale. E, poiché dopo la proclamazione delle risultanze elettorali si cominciò a pensare a trar vendetta degli avversari, certo tra costoro non poteva essere dimenticato l'Ammirati; che, persona influente, aveva speso tutta quanta la sua opera onde, pel meglio delle Aziende pubbliche, i signori Bifulco non avessero avuto la vittoria nella lotta che con tanto livore combattevasi. ....... Ci sarebbe da ridere a crepapelle, se non ci fosse da piangere per lo strazio che certi tirannelli in miliardesimo fanno di quelle libere istituzioni, che tanto abbiamo anelato e le quali frattanto sono state create per la tutela e per la salvaguardia, non già per la negazione dei diritti più rispettabili dei cittadini!
Fotografie del 22/01/2009
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